Il mal di testa è il più frequente sintomo neurologico e nei casi più gravi può determinare un forte impatto socio-economico e portare a disturbi della sfera psichica.
Vediamo alcuni numeri:
Spesso è difficile ricercare la causa del mal di testa in quanto è presente una grossa variabilità con una differente esibizione di sintomi e segni clinici.
Nella maggior parte dei casi il mal di testa, chiamato anche cefalea, è un disturbo primario in quanto non sostenuto da alcuna patologia nota.
Tra gli oltre 35 tipi e sottotipi di cefalea primaria l’emicrania è la forma di maggiore rilevanza clinica e quella alla quale le donne in età fertile pagano il maggiore tributo. Nei paesi occidentali, in base a studi recenti, ne soffrono circa il 12% delle donne e il 6% degli uomini.
L’emicrania si manifesta con attacchi ricorrenti di intenso dolore al capo, mono o bilaterale, che durano da poche ore a qualche giorno e si accompagnano ad una varietà di altri sintomi come nausea, vomito, foto e fonofobia. Il dolore ed i disturbi associati sono molto peggiorati dal movimento e ciò costringe il paziente a cercare sollievo nel riposo a letto, lontano da stimoli luminosi o sonori fino alla risoluzione della crisi, abitualmente entro 72 ore dall’esordio.
La totale, seppur temporanea, disabilità che un attacco emicranico può comportare finisce per avere un impatto rilevante sulla qualità della vita di chi ne soffre frequentemente. Ogni aspetto della vita quotidiana, dal rendimento lavorativo alle relazioni sociali e familiari, può risultare severamente compromesso e questo problema è avvertito da molti individui come ancora più insopportabile del dolore in sé. L’impossibilità di prevedere con esattezza i giorni a rischio è fonte di ulteriore disagio in termini di qualità di vita, rendendo problematica la programmazione degli impegni di lavoro così come di ogni altra attività. Per queste ragioni l’attenzione dei clinici e dei ricercatori al problema della disabilità indotta dalle cefalee primarie, ed in particolare dell’emicrania, è molto cresciuta negli ultimi decenni.
L’emicrania è una forma di cefalea primaria caratterizzata da una triade sintomatologica di cui fanno parte:
In alcune forme possono essere presenti sintomi e segni neurologici focali, che generalmente precedono l’attacco ma che, talvolta, possono accompagnarlo o seguirlo nel tempo.
La classificazione dell’ICHD (International Classification of Headache Disorders) distingue 6 tipologie di emicrania:
L’emicrania senza aura è una patologia dell’età adulta, con una prevalenza più alta nella fascia d’età compresa tra i 20 ed i 60 anni. Colpisce più frequentemente le donne con un rapporto di prevalenza di 3 a 1. L’età d’insorgenza è soprattutto quella giovanile e giovane-adulta: in circa il 50% dei casi il primo attacco si manifesta tra i 10 ed i 19 anni d’età, ed un altro terzo dei casi esordisce nella decade seguente. Solo raramente il primo attacco di emicrania si verifica dopo i 50 anni. Anzi, frequentemente, oltre questa età, il quadro dell’emicrania subisce un’attenuazione: si riduce l’intensità del dolore e scompaiono i sintomi associati.
Di particolare rilievo tra questi fattori sono i diversi aspetti del ciclo ormonale della donna. La maggioranza delle donne affette da cefalea, in generale, riferisce di soffrire di attacchi in qualche modo correlati al ciclo mestruale, che si presentano immediatamente prima, durante e/o subito dopo i giorni del flusso mestruale. Ciò è particolarmente vero per le donne affette da emicrania senza aura, e non solo per il periodo mestruale. Infatti, anche l’assunzione di contraccettivi orali è in grado di peggiorare il decorso dell’emicrania, mentre la gravidanza e la menopausa comportano generalmente un miglioramento.
I fattori in grado di scatenare comunque un attacco emicranico sono comunque molteplici, proprio in considerazione del fatto che è una patologia dell’adattamento, per cui ogni situazione che comporta delle variazioni nei ritmi dell’organismo è potenzialmente in grado di scatenare un attacco.
Nella tabella sono riportati i possibili fattori scatenanti:
All’interno della cefalea di tipo tensivo esistono varie forme cliniche. Molti pazienti con attacchi sporadici di cefalea tensiva non sono compromessi dalla loro cefalea e spesso non si rivolgono al medico. Le forme ad alta frequenza, definite persistenti o croniche, possono invece determinare un impatto negativo sulla qualità di vita della persona. Questo tipo di mal di testa spesso è associato a delle anomalie dei muscoli pericranici. In questo caso si parla di dolorabilità miofasciale, ovvero la provocazione del dolore in corrispondenza della muscolatura pericranica.
Cefalea tensiva Episodica (Infrequente e Frequente):
Come previsto dai criteri di classificazione del mal di testa, i dati di studi epidemiologici indicano che il dolore è bilaterale nella maggior parte dei casi. Comunque, in una percentuale non trascurabile, la localizzazione può essere unilaterale. Da notare che durante l’anamnesi, molti pazienti non sanno indicare la sede del dolore, mentre altri soggetti indicano con precisione un punto.
Tipicamente, molti pazienti descrivono un dolore “a cerchio” o “a fascia”. Spesso il dolore origina nelle regioni posteriori ma poi si estende alla zona parietale o frontale, oppure viene riferita un’irradiazione (o anche un’insorgenza) nell’area cervicale o delle spalle. L’intensità del dolore generalmente è lieve o moderata ed in alcuni casi si limita ad un senso di fastidio. Nei casi di Cefalea Tensiva Cronica il fattore che determina la sofferenza è soprattutto la persistenza a lungo nell’arco della giornata e nel corso di mesi/anni.
Il trattamento osteopatico, esaminando la complessa interazione fra aspetti fisiopatologici, caratteristiche individuali e contesto ambientale, propone un trattamento individualizzato basato sull’azione di trattamenti manuali e manipolativi ponendo al centro della sua azione la qualità della vita del paziente. L’intervento manuale sarà mirato al rachide cervicale superiore, ovvero le prime due vertebre cervicali (atlante ed epistrofeo), co-responsabili secondo le più recenti evidenze scientifiche di molte cefalee primarie.
E’ stato osservato infatti che la stimolazione pressoria delle prime tre vertebre cervicali causi un dolore irradiato in differenti aree della testa: parietale, frontale, occipitale ed orbitale.
L’osteopatia è una terapia manuale e manipolativa che si basa sulla ricerca delle alterazioni del movimento corporeo e sul conseguente trattamento manuale. A prescindere dal disturbo che la persona riferisce, la seduta di osteopatia inizia sempre con un’anamnesi patologica prossima e remota, ovvero una raccolta dati della storia clinica del paziente; in questo modo si riesce ad effettuare una prima analisi di quelle che potrebbero essere le cause dell’insorgenza del mal di testa. Finita l’anamnesi si passa alla valutazione della mobilità attiva e passiva della colonna vertebrale. Come descritto precedentemente, le prime vertebre cervicali assumono un ruolo primario nella genesi del mal di testa, e conseguentemente verranno effettuati dei test provocativi del dolore al fine di elicitare il sintomo. Una volta localizzata l’area (potrebbero essere anche più di una) si passa al trattamento della zona interessata utilizzando differenti tecniche manuali: rilasciamento miofasciale, mobilizzazioni articolari e tecniche ad impulso. L’obiettivo di tale approccio manuale è ripristinare il movimento perso e diminuire la tensione della muscolatura cervico-dorsale che sovente si somma al sintomo del mal di testa.
Il paziente cefalgico ha bisogno di essere seguito nel tempo in modo da osservare le modificazioni del proprio disturbo in termini di frequenza ed intensità del sintomo. Generalmente bisogna sottoporsi a 5 o 6 sedute nell’arco di 2 mesi, le prime più ravvicinate e le ultime maggiormente dilatate. All’interno di questo arco temporale verranno insegnate delle metodiche di auto-trattamento attraverso degli esercizi individualizzati da ripetere ciclicamente. In questo modo la persona imparerà a conoscere e gestire meglio il proprio dolore.
Non sempre il mal di testa presenta delle cause esclusivamente muscolo-scheletriche (articolazioni e muscoli) ma sovente è legato a disturbi stressogeni legati alla propria sfera personale, lavorativa ed anche alimentare.
E’ per questo motivo che la cura del mal di testa debba passare anche sotto l’osservazione di tutti questi aspetti; infatti la comunità scientifica internazionale ci conferma che la cura della cefalea, così come quella di altre forme di dolore muscolo-scheletrico (lombalgia e cervicalgia), debba avere un approccio che viene definito biopsicosociale, e quindi considerare ogni aspetto critico della vita di una persona.
All’interno del centro Dinamica Medica il paziente avrà la possibilità di affidarsi ad un personale altamente qualificato per incominciare (se necessario) un percorso di supporto piscologico e/o alimentare.