Sede di Tirocinio del Master:
Trattamento delle disfunzioni pelvi-perineali
dell'Università degli Studio di Milano Bicocca
Il Centro Nutraceutico offre un servizio nutrizionale e di integrazione alimentare personalizzata per tutti coloro che necessitano di riequilibrare il proprio peso, ma anche di migliorare il benessere fisico complessivo e anche, come nel caso dello sportivo, di incrementare la performance atletica.
Il Centro Nutraceutico si avvale del Metodo Lignaform brevettato da Therascience, leader internazionale nella ricerca nutrizionale.
Il Metodo Lignaform consiste in un approccio globale al problema del sovrappeso che si svolge in 7 fasi e aiuta a perdere peso definitivamente, in totale sicurezza e sotto controllo dello specialista.
Il Metodo Lignaform assicura:
Biologa Nutrizionista con Laurea Magistrale in Biologia Applicata alle Scienze della Nutrizione presso l’Università degli Studi di Milano.
La Bioimpendenziometria (BIA) è una metodica che permette di valutare la composizione corporea tramite l’utilizzo di una monofrequenza di 50 KHz, utilizzabile anche in donne in gravidanza, portatori di pacemaker e bambini.
Nel nostro studio utilizziamo l’apparecchio BIA 101 BIVA della Akern.
Attraverso l’analisi della bioimpedenza vengono visualizzati: la massa magra (fluidi, muscoli, pelle, organi), la massa grassa, la massa cellulare corporea (la parte metabolicamente attiva dell’organismo), la massa muscolo-scheletrica (la componente corporea priva di tessuto adiposo e tessuto osseo), la massa muscolare appendicolare (la somma dei muscoli degli arti superiori e inferiori).
Oltre a questi valori riusciamo a valutare anche lo stato di nutrizione e di idratazione del soggetto e tre valori particolarmente importanti: l’acqua intracellulare (fluidi interni alla cellula), l’acqua extracellulare (fluidi esterni alla cellula che si trovano nello spazio fra le cellule, nei vasi sanguigni, nei tessuti linfatici e nel liquido spinale), e l’angolo di fase (parametro elettrico che esprime la proporzione tra gli spazi intra ed extra cellulari). Sono proprio questi ultimi valori che ci indicano in modo preciso la presenza di uno stato infiammatorio e le sue caratteristiche.
L’infiammazione è un valore importante da tenere sotto controllo in ambito nutrizionale.
Il mio lavoro di biologa nutrizionista deve accompagnare il paziente nella scelta di alimenti in grado di ridurre il grasso corporeo e l’acqua extracellulare.
L’aumento dell’acqua extracellulare associato alla riduzione dell’acqua intracellulare determinano una riduzione del valore dell’angolo di fase, ovvero peggioramento del quadro infiammatorio.
I piani nutrizionali stilati sono strettamente personali e basati sul risultato ottenuto con la BIA, oltre che da un’attenta valutazione di esami del sangue e di misure antropometriche.
Un piano nutrizionale che si prefigge lo scopo di curare l’infiammazione deve ridurre il contenuto calorico della dieta giornaliera perché la restrizione calorica riduce la formazione di citochine pro-infiammatorie, riduce i valori di colesterolo, combatte lo stress ossidativo e rallenta l’invecchiamento delle cellule.
La restrizione calorica consigliata si accompagna alla scelta di alimenti utili e in quantità corretta.
È importante introdurre alimenti poveri di zuccheri raffinati o di sale, aumentando i cereali integrali e le fibre, alimenti ricchi di Omega 3 (come i semi oleosi, la frutta secca, il pesce azzurro, il salmone, i legumi, ecc..). Inoltre è necessario consumare regolarmente la giusta dose di verdura e frutta, riducendo il consumo di grassi saturi o idrogenati e riducendo anche quei condimenti che provocano infiammazione (dadi da brodo, sughi pronti, grassi di origine animale).
Risulta fondamentale introdurre il giusto e personale quantitativo di proteine ad alto valore biologico (che troviamo in carne, pesce, uova, latte e derivati) o a basso valore biologico (che troviamo in fonti proteiche vegetali, come i legumi), migliorando la scelta e soprattutto la qualità degli alimenti dai quali si ricava il fabbisogno energetico giornaliero.
Alcuni alimenti o bevande (come le bevande alcoliche, i succhi di frutta zuccherati, le bevande gasate o i thè zuccherati) portano il nostro organismo a produrre tossine infiammatorie, in grado di alterare uno degli alleati più importanti del nostro benessere: la flora batterica intestinale. L’organismo viene portato da una condizione di eubiosi (equilibrio fisiologico tra batteri con azione protettiva e potenzialmente patogeni) a disbiosi, che al contrario vede una prevalenza di batteri con azione aggressiva sulla mucosa, alterando le normali funzionalità intestinali.
In alcuni casi, una diminuzione iniziale dell’utilizzo di carboidrati e un’introduzione adeguata di proteine e grassi buoni, tramite una dieta chetogenica controllata e strutturata su più fasi, può essere utile a raggiungere questi obiettivi in termini di riduzione dello stato infiammatorio.